La carta d'identità è documento, cartaceo o elettronico, che riporta i nostri dati fondamentali e ci consente di distinguerci in modo univoco.
Ma da dove provengono questo concetto e questo strumento? Chi è stato il primo a usarli e il primo a codificarne l'uso? Scopriamolo in un breve viaggio storico.
I primi antenati della carta d'identità
Il concetto di identificazione della persona tramite un documento comparve la prima volta già nel II millennio AC.
I precursori furono gli Assiri, un popolo poco incline a concedere diritti ai ceti medi e bassi ma che era abituato a gestire grandi masse multietniche e fitte vie commerciali. Da qui nacque l'idea di una sorta di "tavola d'identità": sì, perché all'epoca non si scriveva sulla carta bensì su blocchi di terracotta.
La prima carta d'identità era quindi una vera e propria tavola sulla quale venivano incisi, in caratteri cuneiformi, nome e dati anagrafici della persona.
Si trattò naturalmente di un primo (quanto rozzo) esperimento che venne replicato dai romani. Nell'antica Roma esisteva già l'auto-identificazione orale tramite la formula Civis Romanum sum ("Sono un cittadino romano"), meglio se accompagnata da atteggiamenti, vestiario e pronunce in linea con l'Impero.
Ma si iniziò a pensare che garantire per se stessi non bastasse, così fu introdotto un sistema di tavole.
La tavola riportava i dati del cittadino e, in caso di soldati stranieri ammessi nell'esercito romano, anche il loro attuale grado dell'esercito. Solo quelle dei soldati venivano portate con sé, mentre quelle dei civili, più grosse, erano conservate in città.
Dovremo attendere l'epoca medievale (alla faccia del "secoli bui") per trovare una vera e propria evoluzione dell'identità.
Identità ed esistenza tra il Medioevo e l'età moderna
Gli esperimenti del Medioevo si avvicinano più al passaporto che alla carta d'identità ma stabiliscono ugualmente un legame tra la persona fisica e un documento che ne attesti le caratteristiche e l'identità.
Fu in quest'epoca che vennero istituiti i primi salvacondotti, documenti che consentivano di essere ammessi in uno specifico paese o città. La finalità era quasi sempre commerciale, e pur contenendo ancora una volta i dati anagrafici del soggetto, avevano validità limitata al singolo spostamento.
Re Enrico IV, grazie a un atto del 1414, iniziò a redigere personalmente i salvacondotti. Sempre in Inghilterra, nei due secoli successivi, sono attestati (e talvolta ancora conservati, come quello di Carlo I del 1641) diversi passaporti veri e propri, forniti dai monarchi o dal Consiglio.
La situazione generale mutò solo nel XIX° secolo, quando diversi paesi si abituarono a effettuare censimenti per redigere dei registri della popolazione.
Nella Francia di Napoleone si crearono quindi dei documenti che distinguevano la professione del soggetto. In Inghilterra, nel 1858, il passaporto acquisì per la prima volta il valore ufficiale di documento identitario per il Regno Britannico.
L'esistenza della persona: la carta d'identità contemporanea
Mentre in Europa ancora ci si ragionava su, il sultano Mahmud II dell'Impero Ottomano anticipò i tempi: nel 1844 volle introdurre una carta che identificasse tutti i cittadini, senza differenze. Non di un semplice lasciapassare o permesso commerciale: si tratta del primo vero caso storico in cui il documento coincide con l'esistenza dell'individuo.
Nonostante ciò, non possiamo attribuire l'invenzione della carta d'identità a una sola persona. Ad esempio il fotografo WilliamNotman, aiutato dal suo mestiere, pensò per primo di includere una foto del soggetto identificato accanto ai suoi dati anagrafici. E applicò l'idea ai partecipanti dell'esposizione universale di Philadelphia, nel 1876.
Poco alla volta, incalzati ma rallentati dalle guerre, i paesi europei acquisirono il concetto del documento d'identità. L'Inghilterra lo rese obbligatorio dal 1914: aveva una validità di 2 anni e consisteva in una pagina singola, piegata in otto parti e poi protetta da una custodia. I dati fisici e la foto erano già presenti.
Nel nostro paese la carta d'identità arrivò nel 1931, quando il regime fascista ne vide l'utilità per motivi di pubblica sicurezza. Dopo la nascita della Repubblica assunse la forma attuale (e fu affiancata dal Passaporto): rimase uguale per quasi cinquant'anni, per poi venire sostituita gradualmente dalla carta d'identità elettronica.
Fonte: Focus