5 libri da leggere (o regalare) per chi lavora in ufficio

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Chi lavora in ufficio davanti al computer lo sa: tra nuove tecnologie e flussi documentali si rischia spesso di perdere la bussola. Quando pensiamo ai documenti o alla vita impiegatizia ci viene in mente solo tanta burocrazia.

Ma l’azienda non è solamente il luogo verso cui ci dirigiamo ogni mattina: dietro a quella scrivania e quel computer c’è qualcosa di prezioso e i libri di questa lista vi aiuteranno a scoprirlo!

Perciò, se a lavoro sei sempre immerso tra scartoffie e documenti, se hai un collega di scrivania con cui condividi gioie e dolori o se conosci qualcuno che nuota tra i mari di documenti, regalagli un libro.

Ma regalagli quello giusto!

Ecco un lista di libri da regalare a chi lavora in ufficio.

 

1984 – George Orwell

Se non l’avete ancora letto, non avete scuse: andate in libreria e acquistate subito questo capolavoro della letteratura.

Perché l’abbiamo inserito nella lista di libri da leggere se lavori in ufficio, o da regalare a chi lavora con i documenti?

La trama la conosciamo: siamo in un mondo distopico in cui il Grande Fratello si è impossessato della vita di tutti e osserva ogni singolo comportamento dei cittadini. Se non stai con il regime, vieni eliminato.

Ma per mantenere il controllo delle persone non basta imporre una dittatura e punire chi la sfida, poiché è nell’indole dell’uomo aspirare alla libertà.

Quello che fa il Grande Fratello è molto più calcolato: influenzare la comprensione della realtà e modificare la memoria dei fatti per innescare nelle menti un processo di autoconvincimento.

Come? Intervenendo sui documenti.

È il lavoro del protagonista del romanzo, Winston Smith, un impiegato del Ministero della Verità incaricato di revisionare o riscrivere articoli di giornale, libri e documenti pubblicati in passato per alterare la percezione del presente.

L’Oceania era alleata con l’Eurasia? Se ora le si dichiara guerra, tutti i documenti fino a oggi prodotti dimostreranno che la guerra con l’Eurasia c’è sempre stata. Nessuno potrà accusare il regime di incoerenza.

In un nostro articolo abbiamo affrontato il tema dell’importanza dei documenti per la nostra identità→. È proprio questo uno degli argomenti che maggiormente affiorano nel romanzo: la nostra memoria è corta, diciamoci la verità, e i documenti ci aiutano a ricordare chi eravamo.

Dopo averlo letto, se lavorate con i documenti, probabilmente guarderete il vostro ruolo di conservatore da un’altra prospettiva.

 

L’umanista informatico – Fabio Brivio

Alla gente che sa, si preferisce la gente che sa fare. E l’umanista troppo spesso sa, ma non sa fare. O almeno così si pensa.

Chi l’ha detto che per sviluppare bisogna conoscere il codice?

Tutti, direte giustamente. Ma un codice informatico, alla fine, non è un linguaggio? E chi, meglio di un umanista, è in grado di comprendere nelle sue più articolate sfaccettature le dinamiche di un linguaggio?

Avete una laurea in Lettere, Storia o discipline abitualmente “snobbate” dai vostri colleghi tecnici? Tranquilli, non sanno quanto potreste fare per loro.

L’Umanista Informatico è un incoraggiamento per chi non ha una formazione tecnica ma è convinto di poter dare un contributo al mondo dell’informazione digitale.

Un semplice manuale per approcciare all’universo IT che, se lavorate davanti a un computer, vi permetterà di interfacciarvi meglio con i vostri colleghi informatici e aiutarli a superare il muro tra sviluppatori e utilizzatori.

Chiariamolo: non si tratta di un manuale di informatica ma di un testo in cui si provano a spiegare i meccanismi dell’informazione digitale.

Una bella occasione per approcciarsi, da un altro punto di vista, a un mondo con cui abbiamo a che fare ogni giorno a lavoro e nella vita privata: quello della tecnologia.

 

Bartleby lo scrivano – Melville

Uno scritto pubblicato per la prima volta in forma anonima nel «Putnam’s Magazine» nel 1853 e che è anche divenuto un film (anzi, due). L’autore è proprio lui, il padre di Moby Dick.

La storia è ambientata a New York, in uno studio legale.

Bartleby viene assunto come scrivano e dimostra immediatamente le proprie abilità. Svolge con eccellenza il suo lavoro, a una condizione: fare solo quello.

Bartleby rifiuta infatti sin da subito compiti che esulano dalla sua mansione di copista.

Rifiuto dopo rifiuto, però, Bartleby arriverà addirittura a smettere di lavorare del tutto, giustificando i dinieghi con un ermetico “preferirei di no”.

Il titolare, scoprendo che Bartleby è in realtà una persona sola e senza amici, viene colto da compassione e cerca di aiutarlo. Ma a ogni suo gesto filantropo, Bartleby risponde con un calmo e pacato no. Persino quando ridotto allo stremo gli viene offerto del cibo, lo strano copista preferisce lasciarsi morire di fame.

Siete stati colti da un’improvvisa malinconia? Tranquilli, non è questa la nostra intenzione. In realtà il romanzo è molto ironico.

Consigliamo questo libro come regalo di Natale a chi lavora in ufficio per un semplice motivo: si tratta di un elogio alla disobbedienza che è stato interpretato nei modi più svariati. Vi consigliamo di leggerlo e… trarre la vostra interpretazione.

 

Cicala – Shaun Tan

Un libro che non è un libro ma un’opera d’arte.

Una raccolta di tavole illustrate che narrano la storia di Cicala, un piccolo impiegato che trascorre le sue giornate tra le mura di un ufficio vuoto e spoglio. Ma c’è di più: Cicala deve sopravvivere alla spietatezza dei colleghi, che alternano nei suoi confronti angherie a crudele indifferenza.

Il contesto è sempre lui: l’ufficio. Ma l’ufficio diventa qui il ritratto di una società che emargina. E Cicala è l’eroe che combatte il bullismo lavorativo con un toccante colpo di scena.

Una favola emozionante per farvi vivere lo spirito natalizio del “siamo tutti più buoni” in modo più genuino e sincero.

Un libro per bambini che dovrebbero leggere soprattutto gli adulti.

 

La biblioteca di Babele – Borges

Vi immaginate una biblioteca senza confini che contiene tutta la verità dell’universo?

È lo scenario che ci offre Borges in questo spettacolare racconto, dove lo scrittore immagina una biblioteca composta da stanze esagonali, ognuna delle quali contiene lo stesso numero di libri, ognuno dei quali composto dallo stesso numero di pagine e glifi.

E così all’infinito, le stanze si sviluppano in orizzontale in verticale. Senza finire mai. I libri raccolgono tutte le combinazioni possibili dei venticinque segni alfabetici (22 lettere, lo spazio, il punto e il punto e virgola).

In un posto così, è potenzialmente contenuta tutta la conoscenza umana, ma ogni libro è incomprensibile da leggere, poiché parla infinite lingue. D’altronde siamo a Babele.

L’indecifrabilità delle parole fa così riflettere su due aspetti.

Il primo riguarda significato delle parole stesse, le quali, proprio perché parlano contemporaneamente tutti gli idiomi del mondo, nessuno può comprendere.

Il secondo riguarda il ruolo che hanno le paroleindispensabili per la conoscenza umana ma al contempo illusorie.

La Biblioteca di Babele è un racconto profondo che apre le porte alla meditazione.

A noi ha colpito la sua estrema attualità: se esistesse un linguaggio universale, allora un solo alfabeto potrebbe bastare a esprimere l’intero universo. Ma non è così. Per questo è così complicato comunicare ma anche comprendere gli altri.

Pensateci quando dovrete scrivere la vostra prossima e-mail.

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