UX Design: cos’è e perché ci semplifica la vita

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Vi è mai capitato, nel far uso di un oggetto, un servizio o un programma, di provare un senso di disagioNon ne individuate esattamente il motivo, eppure qualcosa non va: per qualche ragione, quella cosa proprio non vi piace.

Ovvero, l’esperienza con quell’oggetto non è positiva. In questo articolo vi spiegheremo perché accade e come, invece, il design degli oggetti deve orientarsi proprio al miglioramento dell’esperienza dell’utente: deve, cioè, diventare User Experience (UX) Design.

Vi spiegheremo cosa significa UX, perché l’UX Design migliora e semplifica la vita e in cosa si differenzia rispetto ad altri concetti come l’usabilità o l’UI Design (User Interface Design, ossia design dell’interfaccia). Il tutto con una particolare attenzione al mondo del software.

 

Il concetto di esperienza

Il design è ovunque, in tutte le cose che ci circondano.

A volte, però, non ci troviamo bene con certi prodotti. Ci risultano scomodi, poco maneggevoli, difficili da gestire o usare o esteticamente spiacevoli. In generale, non ci piace usarli o averli intorno. 

E a volte non capiamo veramente il perché ci siano tanto avversi, quale o dove sia il problema, cosa ce li renda così antipatici. Capita che non ci sia un difetto individuabile “a occhio nudo”. 

Eppure, se ci sentiamo così a disagio, un problema ci deve essere. E troppe volte quel problema è proprio il design.

Chi crea e progetta oggetti lo fa (o lo dovrebbe fare) pensando alle esigenze e alle abitudini di chi li utilizzerà. L’obiettivo del design, infatti, è il miglioramento della vita quotidiana.

Ma cosa rende migliore la vita quotidiana? 

Quando utilizzate un qualsiasi oggetto, che sia una sedia, una scopa elettrica, un’applicazione, ecc… c’è qualcosa di più che la sola facilità di utilizzo. Vi è infatti un insieme di fattori che in qualche modo vi fanno apprezzare quella cosa: la piacevolezza estetica, la capacità di farvi risparmiare tempo, la capacità di risolvervi un problema, la buona ergonomia e molto altro.

L’insieme di questi fattori si riassume nel concetto di esperienza.

L’esperienza è l’insieme di sensazioni ed emozioni che si provano in un determinato contesto. Più un’esperienza è buona, più le nostre emozioni saranno positive.

Nel contesto degli oggetti, di cui diventiamo fruitori, si parla di esperienza utente, o User Experience→. La progettazione degli oggetti in ottica di miglioramento dell’esperienza dell’utente prende il nome di User Experience (UX) Design.

 

Esperienza utente e UX Design

UX Design: definizione e origini 

UX Design è l’abbreviazione di User Experience DesignDesign per l’Esperienza Utente. 

L’esperienza utente deriva dall’insieme di tutti gli elementi con cui un utente interagisce quando utilizza un prodotto: aspetto, uso, colori, suoni, tatto, emozioni e altro ancora. 

Don Norman, il padre indiscusso della psicologia degli oggetti, negli anni Novanta ha definito l’User Experience come:  

l’insieme delle percezioni e delle reazioni di un utente

che derivano dall’uso o dall’aspettativa d’uso

di un prodotto, sistema o servizio.

Norman estende quindi l’esperienza dell’utente a tutti gli aspetti dell’interazione con l’azienda, quindi con tutti i suoi servizi e i suoi prodotti. L’UX, cioè, è un ecosistema complesso, che si compone di diversi elementi che, in maniera olistica, concorrono a generare una serie di emozioni.

In sostanza, una buona esperienza utente non si ferma al singolo prodotto ma a tutto ciò che compone un brand.

Ecco perché l’User Experience Design è realizzato da molte personalità e non solo dai designer: un team UX è composto da grafici, analisti, marketer, sviluppatori, project manager e product manager. Insomma, un gruppo di lavoro agile.

 

L’UX Design trova molte analogie con il Feng Shui, a cui si ispira: gestire oggetti e spazi per ottenere un “flusso”, cioè un’armonia piacevole. Ma anche nell’antica Grecia si discuteva di una cosa simile, quanto si rifletteva sul concetto di ergonomia.

In epoca moderna i maggiori contributi allo sviluppo del concetto di UX li dobbiamo a personalità come Henry Dreyfuss e Dieter Rams, che per primi pensarono a un design che andasse incontro alle persone. Nell’ambito informatico i pionieri dell’UX Design sono stati certamente Xerox, Adobe e Apple negli anni ’70 e ’80.

 

La differenza tra UX e UI 

Spesso leggiamo UX accanto a una sigla simile: UI. Sono concetti attinenti, ma diversi. 

UI Design sta per User Interface DesignDesign dell’Interfaccia UtenteLinterfaccia è quella parte di un oggetto che viene a contatto con l’utente. Ad esempio, per un coltello, l’interfaccia corrisponde al manico. Per un software, l’interfaccia è la parte che vediamo sullo schermo, con cui interagiamo.

In parole povere, l’UI Design consiste nella creazione di interfacce che siano quanto più pratiche e facilmente utilizzabili, legandosi così al concetto di usabilità.

Progettare una buona interfaccia è certamente indispensabile per una buona User Experience, ma non è l’unica componente: a che serve una buona impugnatura se poi il coltello non taglia?

Possiamo perciò definire l’UI come una parte (indispensabile) dell’UX.

 

UX e Design Thinking 

Per la progettazione di oggetti e software in ottica UX si fa molto uso del Design Thinking: una metodologia progettuale volta a risolvere problemi complessi attraverso un approccio laterale e creativo

Il Design Thinking si avvale di strumenti anche visivi, come canva e post-it, per favorire lo sviluppo creativo di idee, garantendo tuttavia la possibilità di riordinare e concretizzare queste idee.

Un esempio di prodotto creato grazie al Design Thinking è lo Swiffer. Ai product designer dell’azienda era stato chiesto di creare un prodotto per la pulizia della casa. Il team si interrogò su quali fossero le reali esigenze delle persone, comprendendo che il vero problema non era trovare un nuovo sapone (l’ennesimo) per detergere ma far risparmiare tempo alle casalinghe di allora. 

Anziché concentrarsi sul prodotto, cioè, si concentrarono su qualcosa che viene molto prima del prodotto: il desiderio.

 

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Quale modo migliore di semplificare la vita se non vedendo soddisfatti i nostri desideri, anche quelli più banali? Dietro alla creazione di un oggetto c’è molto lavoro. Paradossalmente, infatti, il concetto di “semplicazione” è molto… complesso, perché presuppone una conoscenza profonda di chi andrà a usare il nostro prodotto o servizio.

Insomma, se utilizzare un oggetto, un dispositivo o un programma informatico ci appare come un’azione semplice, significa che qualcuno lo ha progettato pensando a noi. 

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