Questa novità, come ovvio, ha portato tutti i soggetti coinvolti a fare degli adeguamenti tra cui, per alcuni, dotarsi di software per la gestione della fattura elettronica→.
Tra questi soggetti coinvolti rientrano anche i “forfettari” e i “minimi”. Come si devono comportare queste due categorie nel nuovo mondo della fattura elettronica?
La Legge prevede che alcuni soggetti vengano esonerati dall'obbligo di fatturazione elettronica→:
Dunque, i forfettari e i minimi che godono di regimi agevolati potranno continuare a emettere le fatture elettroniche verso la Pubblica Amministrazione ai sensi dell’art. 1 comma 209 della L. 244/2007.
Possiamo dire che, visto dal lato attivo, tutto risulta piuttosto chiaro. Normative e procedure non sembrano nascondere segreti. Dal lato passivo invece, ovvero per quanto riguarda l’accettazione e la ricezione di fatture elettroniche, le cose non sono così intuitive.
Riportiamo ciò che dice il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che disciplina proprio la trasmissione delle fatture elettroniche:
L’equiparazione nell’ambito dei destinatari tra coloro che rientrano nei regimi agevolati di vantaggio cd dei minimi, forfetario e dell’agricoltura ai consumatori finali. Per tali soggetti l’emittente dovrà procedere a valorizzare il campo “Codice Destinatario” con un codice convenzionale “0000000” anziché inserire il codice a 7 cifre derivante dalla preregistrazione del soggetto passivo;
la ricezione della fattura avverrà tramite un’apposita area riservata del sito web dell’Agenzia delle Entrate oppure consegnando copia informatica o analogica.
Esattamente come per i consumatori finali anche per i soggetti che godono dei regimi agevolati di cui sopra, è necessario considerare la disponibilità della fattura nell’area riservata con la data di ricezione del documento.
Questa procedura è differente per i soggetti passivi non compresi in questo tipo di regime agevolato e che riceveranno la fattura nell'area riservata solo nella data di presa visione.
In sostanza trova conferma la differenza sostanziale della ricezione di fattura elettronica tra minimi e forfetari e soggetti passivi Iva.
Tutti i soggetti che godono di regimi agevolati, dal punto di vista attivo NON hanno l’obbligo di emettere fattura in formato elettronico.
Dal lato passivo invece, possono ricevere la fattura nell’area riservata dell’Agenzia delle Entrate in formato elettronico o ritirarla nel formato analogico.
Inoltre per chi è soggetto a regime forfettario, per quanto riguarda la determinazione del reddito, è da considerarsi irrilevante la ricezione di fatture elettroniche. Proprio a causa del fatto che la documentazione delle spese sostenute non costituisce fatto di alcuna rilevanza ai fini della redditività.
Chi è soggetto a regime di vantaggio dovrà comunque considerare come essenziale la documentazione dei costi per quanto riguarda l’applicazione dell’imposta sostituiva. I “minimi” e i “forfettari” dovranno comunque conservare, alla vecchia maniera, fatture d’acquisto, titoli di spesa… tutto nel tradizionale formato analogico.
Se fino ad oggi le normative sulla fatturazione elettronica per il regime forfettario e dei minimi prevede questo, dal 2020 molte cose potrebbero cambiare.
È attualmente allo studio dal governo attuale di estendere l'obbligo della fattura elettronica anche al regime forfettario, mantenendo l'esonero sotto una ricavo di 30.000 Euro, questo per contrastare l'eterno problema dell’evasione fiscale.
Fino ad oggi questo regime fiscale agevolato era concesso a chi fatturava fino a 65.000 €/anno, ma con le nuove norme che allo studio nella legge di bilancio 2020 sembra che verrà introdotta una soglia a 30.000 €/anno sotto la quale resterà l'esonero da fattura elettronica, questo per incentivare i piccoli imprenditori, mentre scatterà l'obbligo dai 30 mila in su.
Dal punto di vista della tassazione invece dovrebbe rimanere la flat tax al 15% fino ai 65.000 €/anno.
Tra le altre novità che potrebbero essere introdotte con la Legge di Bilancio 2020 sembra vi sia un limite per i beni strutturali imposto a 20.000 € ed il limite per le spese sul personale dipendente verrà portato anch'esso a 20.000 € rispetto ai 5.000 € del 2018.
Bisogna dire che il 2019 per molte aziende, soprattutto piccole e medie aziende e quelle a conduzione familiare, è stato un anno difficile per mettersi al passo con i tempi, questo a causa sia della scarsa propensione ad innovarsi di molte aziende italiane, che dell'enorme problema del digital divide.
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Alla fine però bisogna ammettere che se da un lato lo sforzo iniziale per alcune imprese è stato elevato, d'altra parte i vantaggi finali della fatturazione elettronica non sono stati pochi, a partire dalla maggior efficienza nella gestione documentale aziendale→.
L'introduzione dell'obbligo di fattura elettronica per il regime forfettario nel 2020 potrebbe seguire la stessa strada, nel senso che se all'inizio lo sforzo per adeguarsi sarà alto, poi le agevolazioni non mancheranno, come ad esempio non dover più stampare le fatture per poi magari doverle spedire via posta ai clienti non raggiungibili altrimenti.
Inoltre, se pensiamo che alcune grandi aziende hanno deciso per politica aziendale di non trattare con fornitori senza fatturazione elettronica, forse così potrebbero aprirsi nuove finestre di mercato anche per gli imprenditori più piccoli.